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Il nostro caro ringraziamento per la mostra

Un giorno, sulle strade delle città italiane, cominciarono a circolare alcune cartoline con parole molto semplici: felicità e vita delicata. Questi piccoli frammenti di speranza faticavano per fare breccia tra le tante parole futili della vita di tutti i giorni. Quando trovavano però un angolo silenzioso, lì si adagiavano e umilmente cominciavano a illuminare lo spirito, riportandolo a quel tepore della semplicità.

Gli alberi cinti dal sole trentino: un’immagine vivida in un freddo giorno di novembre. In realtà piove, ma lo spirito si rinfranca e rinvigorito lancia sguardi di intesa: sguardi ricchi di speranza.

Siamo a Trento in autunno. La piazza dedicata al sommo poeta ogni anno si permea di una forza irresistibile, di quel dolce tepore vitale che danno i raggi del sole quando non bruciano, ma coccolano l’anima.

Curiosi, passanti e compagni di viaggio ascoltavano con interesse il racconto del tortuoso percorso dell’artista, dal dramma della sua terra al desiderio di plasmare il suo pensiero sulla carta, attraverso la creazione di quadri in uno stile sconosciuto. In molti si fermavano a dare un’occhiata e ispirati spronavano l’artista a continuare la sua ricerca.

La generosità e l’interesse di questi non poteva che incoraggiare la volontà della poetessa, la quale non poté che affrettarsi nella sua opera al crescere delle idee che le riecheggiavano nella mente. E così l’allestimento di un’esposizione, l’istituzione di un fondo a favore degli orfani della guerra in Donbass, la divulgazione e la sensibilizzazione divennero per lei non solo obiettivi raggiungibili, ma anche doveri imprescindibili.

Torniamo a quel giorno. Due amiche attraversavano la piazza, lentamente. Gli alberi non erano ancora del tutto spogli e loro esploravano i dettagli della cartolina. Qualcosa non le convinceva, ma nonostante ciò l’armonia delle parole e la composizione plastica delle immagini le attraevano nel gioco artistico. «Guarda, il mondo è piccolo: la bugia si ritrova» commentò una delle due.

A voi, care amiche, a coloro che ricordano le cartoline della felicità, agli scettici, agli ammonitori, anche ai semplici passanti: a tutti coloro che in qualche modo mi sono stati vicini o che mi hanno semplicemente sfiorata dedico la mia operina.

Vi ringrazio di cuore per la vostra presenza nel processo di dispiegamento della mia ispirazione, sottile.

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